La Svezia discute una legge sull'ecocidio

I socialdemocratici, i verdi e il partito della sinistra presentano mozioni

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La Svezia è diventata l'ultimo Stato europeo a discutere di criminalizzazione dell'ecocidio (distruzione di massa della natura). Due distinte mozioni sono state presentate al Parlamento svedese da una combinazione di tre partiti politici.

La mozione del Partito della Sinistra, presentata dalla deputata Elin Segerlind e dai suoi colleghi, afferma che: "Sarebbe un segnale importante rendere la distruzione della natura di per sé un crimine. La Svezia dovrebbe, nell'ambito dell'ONU e dell'UE, agire per aggiornare il quadro giuridico in modo che diventi un potente strumento per proibire i crimini contro la natura (ecocidio) attraverso l'inclusione dell'ecocidio nello Statuto di Roma".

La mozione dei Verdi/Socialdemocratici, presentata dalla deputata Rebecka Le Moine e colleghi per i Verdi e da Magnus Manhammar per i Socialdemocratici, ricordava che: "Tutti i Paesi che hanno firmato lo Statuto di Roma hanno la facoltà di proporre un emendamento. La Svezia dovrebbe prendere l'iniziativa insieme ad altri Stati che hanno espresso interesse. Completiamo il cerchio iniziato da Olof Palme e avviamo il processo verso una legge internazionale sull'ecocidio".

Entrambe le mozioni fanno riferimento alla particolare storia della Svezia in materia: Olof Palme è stato il primo capo di Stato a parlare di distruzione di massa della natura come "ecocidio" (alla Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente di Stoccolma del 1972) e a dichiarare che "richiede un'urgente attenzione internazionale".

Quasi 50 anni dopo, entrambe le mozioni parlamentari sottolineano che coloro che soffrono di più per l'ecocidio sono spesso i meno responsabili della sua creazione: "Una legge internazionale sull'ecocidio è particolarmente urgente per i Paesi più poveri e vulnerabili dal punto di vista socio-economico, poiché spesso ciò implica una legislazione ambientale debole. Sono questi Paesi, le cui popolazioni contribuiscono meno al problema, a essere colpiti più duramente dai lati oscuri della globalizzazione, come lo sfruttamento e l'inquinamento" (Verdi/Socialdemocratici).

La scorsa settimana, mentre veniva presentata la sua mozione, la signora Le Moine ha ospitato un incontro nel palazzo del Parlamento svedese che ha riunito delegati delle Nazioni Originarie (indigene) e giovani attivisti, parlamentari e rappresentanti di Stop Ecocide International e End Ecocide Sweden per discutere della crisi ecologica globale, delle sue origini colonialiste e di come la legge sull'ecocidio possa contribuire a ripristinare l'armonia con la natura.

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Jojo Mehta, cofondatore di Stop Ecocide International e presidente della Stop Ecocide Foundation, ha dichiarato: "È stato un enorme privilegio dialogare con questo straordinario incontro. La legge sull'ecocidio ha una particolare risonanza nel contesto della saggezza indigena. Parla di una legge universale di reciprocità che è profondamente compresa dai Popoli Originari del mondo. Se si danneggia la Madre Terra, ci sono delle conseguenze. Questo è semplicemente un dato di fatto, di cui siamo ora tragicamente testimoni su scala globale. È giunto il momento che il nostro sistema giuridico riconosca e rifletta questa realtà, ed è giusto che la Svezia raccolga il testimone dell'ex premier Olof Palme per discuterne".

VIDEO (2 min.): Delegazione Madre Terra e Stop Ecocidio al Parlamento svedese (Jojo Mehta presenta l'incontro al Parlamento svedese con anziani, giovani e parlamentari)

Un gruppo di esperti elabora la definizione di "ecocidio

In risposta alle richieste dei parlamentari, la Fondazione Stop Ecocide ha convocato un gruppo di esperti di diritto penale internazionale, con la consulenza di scienziati ambientali e climatici di alto livello. Il compito del gruppo è quello di redigere una definizione giuridicamente solida che possa essere proposta alla Corte penale internazionale dagli Stati interessati.  

C'è un crescente sostegno da parte degli Stati alla proposta di rendere l'ecocidio un crimine internazionale: lo scorso dicembre i piccoli Stati insulari di Vanuatu e delle Maldive hanno chiesto di prendere in seria considerazione il crimine di ecocidio all'assemblea della Corte penale internazionale; all'inizio di quest'anno il movimento dei lavoratori svedesi ha esortato la Svezia ad assumere un ruolo guida nella proposta; a giugno il presidente francese Macron ha promesso di sostenerlo sulla scena internazionale. Anche Papa Francesco ha dichiarato di ritenere che l'ecocidio debba essere aggiunto alla lista dei crimini internazionali; di recente ha ricevuto in udienza Valérie Cabanes, membro del comitato consultivo di Stop Ecocide. Il mese scorso il nuovo governo belga si è impegnato a "intraprendere un'azione diplomatica per fermare il crimine dell'ecocidio".


Crediti fotografici: Magnus Åkerlind

Crediti video: Tommy Gärdh, Visionary Films Stockholm

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