La Polinesia francese propone una legge per criminalizzare l'ecocidio
Sintesi:
Il 26 maggio 2025, il membro dell'Assemblea Teremuura Kohumoetini-Rurua, del partito Tavini Huiraatira, ha presentato un proposta di legge all'Assemblea della Polinesia francese - con il sostegno di 20 colleghi - che mira a criminalizzare l'ecocidio. La proposta di legge mira a rafforzare il quadro giuridico del territorio stabilendo una protezione completa della natura e imponendo sanzioni penali più severe per i gravi danni ambientali.
Contesto:
Da quando la Francia ha introdotto il concetto di ecocidio come crimine ambientale nel 2021, il dibattito è continuato sull'efficacia delle leggi esistenti nel prevenire gravi danni ambientali. Il Codice ambientale della Polinesia francese comprende già diversi reati legati all'inquinamento e al degrado dell'ecosistema, ma non contiene ancora un reato specifico per la distruzione ecologica grave. La proposta di legge mira a introdurre tale reato, legato ai concetti di patrimonio comune e servizi ecosistemici, adattando l'approccio legale al contesto insulare unico della Polinesia.
Questa iniziativa fa parte di uno sforzo più ampio e ambizioso per sancire la natura come bene comune del popolo polinesiano. Inoltre, riflette un crescente movimento globale che cerca di promuovere la protezione dell'ambiente attraverso quadri giuridici in grado di ritenere i responsabili responsabili di danni irreversibili.
Teremuura Kohumoetini-Rurua, rappresentante eletto nell'Assemblea della Polinesia francese e promotore della proposta di legge, ha dichiarato:
"Come popolo insulare profondamente legato alla terra e all'oceano, non possiamo rimanere passivi di fronte alla distruzione ambientale. Se adottata, questa legge invierebbe un segnale forte dalla Polinesia francese: i nostri ecosistemi non sono sacrificabili. Riconoscere l'ecocidio significa proteggere il nostro patrimonio naturale, la nostra identità e il futuro delle generazioni a venire".
Patricia Willocq, coordinatrice per i Paesi francofoni di Stop Ecocide International, ha dichiarato:
"È molto incoraggiante vedere che la definizione di ecocidio adottata dalla Polinesia francese si ispira direttamente a quella proposta dal gruppo di esperti internazionali convocato dalla nostra fondazione. Questo approccio segnala la chiara intenzione di allinearsi agli standard legali internazionali emergenti, adattando al contempo la legge alle realtà ambientali dei territori insulari. Rafforza la coerenza del movimento globale per il riconoscimento dell'ecocidio e conferisce ulteriore credibilità alle iniziative locali".
Jojo MehtaCEO e co-fondatore di Stop Ecocide International, ha dichiarato:
"Questa iniziativa è tanto più forte in quanto si basa sullo slancio guidato a livello internazionale da altri Stati insulari come Vanuatu, Fiji e Samoa, che hanno formalmente proposto un emendamento allo Statuto di Roma lo scorso settembre per riconoscere l'ecocidio come crimine internazionale. Insieme, queste voci insulari stanno aprendo la strada verso una giustizia ambientale globale".
Emma Marcdella Coalizione Stop Ecocide France ha dichiarato:
"La proposta di legge introdotta nella Polinesia francese è già più ambiziosa dell'attuale legislazione francese - sia per la portata della sua definizione di ecocidio che per la chiarezza dei suoi criteri legali. Dimostra che è possibile creare uno strumento reale per proteggere la natura e i suoi diritti. Questi progressi dovrebbero ispirare la Francia a rafforzare la propria legislazione e a cogliere appieno l'opportunità offerta dalla nuova direttiva europea sui reati ambientali per andare oltre nel suo recepimento".
È possibile leggere l'intero progetto di legge presentato all'Assemblea della Polinesia francese qui.