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Dai pareri consultivi alla responsabilità: La legge sull'ecocidio e il ruolo dell'Africa nella giustizia climatica globale

L'Africa sta guidando uno storico cambiamento globale nella giustizia ambientale. Con l'ecocidio ufficialmente riconosciuto come priorità continentale dall'AMCEN, i ministri africani si sono impegnati a esplorare la sua criminalizzazione come strumento vitale per proteggere gli ecosistemi e le comunità.

È in corso un profondo cambiamento nel diritto internazionale. Le più alte corti del mondo, tra cui la Corte internazionale di giustizia (CIG) e la Corte interamericana dei diritti umani - stanno affermando che gli Stati hanno l'obbligo vincolante di prevenire la distruzione dell'ambiente su larga scala e di assicurare giustizia a coloro che sono stati danneggiati. La Corte interamericana ha persino riconosciuto questo dovere come una norma di jus cogens - una norma imperativa del diritto internazionale alla quale nessuno Stato può derogare.

L'importante parere consultivo della CIG si spinge oltre, ritenendo che la mancata prevenzione dei danni al sistema climatico, in particolare da parte dei combustibili fossili, possa costituire un atto illecito a livello internazionale che richiede un risarcimento e una riparazione. Procedimenti simili si sono svolti davanti al Tribunale internazionale per il diritto del mare e sono in corso presso la Corte africana per i diritti umani e dei popoli.

Tuttavia, mentre responsabilità dello Stato sta diventando più chiara, la responsabilità individuale rimane una lacuna importante. Riconoscere l'ecocidio- danni gravi, diffusi o a lungo termine all'ambiente - come crimine ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI) colmerebbe questa lacuna, garantendo che i leader aziendali e politici non possano più agire impunemente.

In occasione della 20ª sessione della Conferenza ministeriale africana sull'ambiente (AMCEN), i ministri hanno compiuto un passo storico: l'ecocidio è ora una priorità strategica nell'agenda ambientale africana per il 2025-2027, con un comitato ad hoc incaricato di studiarne la classificazione come crimine. La Repubblica Democratica del Congosi è unita alla Repubblica del Congo e Burundiha contribuito in modo determinante a portare avanti questa agenda.

Questo slancio africano si allinea con sviluppi globali: La nuova direttiva europea sui Direttiva sui reati ambientali (2024) dà agli Stati due anni di tempo per recepire nel diritto nazionale reati paragonabili all'ecocidio; Argentina, Brasile, Perù e Repubblica Dominicana stanno avanzando ambiziose proposte di legge sull'ecocidio; e Vanuatu, Figi e Samoa hanno presentato una proposta di emendamento allo Statuto di Roma della CPI per includere l'ecocidio come quinto crimine internazionale fondamentale.

Moderato da:

Judy Foster, Responsabile delle operazioni e della sensibilizzazione internazionale, Stop Ecocide International

Relatori:

Alfred BrownellAvvocato e attivista liberiano per i diritti umani

Eriga Reagan Elijah, Collegamento diplomatico con l'Uganda, Stop Ecocide International

Patricia Willocq, direttrice dei Paesi francofoni, Stop Ecocide International

Debbie Buyaki, Co-Leader, Youth for Ecocide Law

Kalyani InampudiConsulente indipendente in materia di ESG e carbonio

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