Il presidente di Vanuatu chiede una legge sull'ecocidio all'Assemblea generale delle Nazioni Unite

Il Presidente di Vanuatu, Nikenike Vurobaravu, ha invitato gli Stati a sostenere l'inserimento del reato di ecocidio nello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI), dichiarando all'Assemblea generale delle Nazioni Unite che "agire con la consapevolezza di un danno grave e diffuso o a lungo termine all'ambiente non può più essere tollerato".

Jojo Mehta, cofondatore e direttore di Stop Ecocide International, ha dichiarato: 

"È profondamente incoraggiante sentire il Presidente Vurobaravu chiedere il riconoscimento dell'ecocidio alle Nazioni Unite. Confidiamo che si dimostri il primo capo di Stato tra i tanti a farlo".

Nello stesso discorso, il Presidente Vurobaravu ha chiesto un trattato globale, primo nel suo genere, per eliminare gradualmente l'uso dei combustibili fossili, nonché la richiesta alla Corte internazionale di giustizia (CIG) di un parere consultivo sugli obblighi degli Stati in materia di diritti umani in relazione al cambiamento climatico.

Vanuatu, un arcipelago di circa 80 isole, è stato il primo Stato a chiedere il riconoscimento dell'ecocidio alla Corte penale internazionale (dicembre 2019), sta sostenendo diversi approcci giuridici al dissesto climatico ed ecologico e ha dato l'esempio nei suoi sforzi per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Il Paese carbon-negative, considerato dalle Nazioni Unite uno dei Paesi più a rischio di disastri naturali, si è posto l'obiettivo di interrompere completamente l'uso dei combustibili fossili entro il 2030.


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