Proposta di legge per criminalizzare l'"ecocidio" in Messico

Sintesi

  • Presentata al Parlamento messicano una nuova proposta di legge per criminalizzare l'"ecocidio". 

  • Proposta di legge presentata dal Deputato Karina Marlen Barrón Perales del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) il 30 luglio.

  • Il disegno di legge è ora all'attenzione delle commissioni Giustizia, Ambiente e Risorse naturali per la consultazione.

  • Il Messico si unisce all'UE, al Brasile, ai Paesi Bassi, alla Scozia, alla Spagna (Catalogna) e al Belgio che hanno proposte di legge sull'ecocidio in varie fasi.


Il 30 luglio, come riportato nel Bollettino n. 4723 della Camera dei Deputati, la deputata Karina Marlen Barrón Perales (PRI) ha proposto di aggiungere un nuovo articolo al Codice Penale Federale messicano che imporrebbe da 10 a 15 anni di carcere e una multa da 1.000 a 1.500 pesos al giorno a chiunque commetta "qualsiasi atto illegale o sconsiderato, commesso con la consapevolezza di una sostanziale probabilità di danni gravi e diffusi o a lungo termine all'ambiente".

Il disegno di legge proposto, che si basa direttamente sulla formulazione della Definizione legale di ecocidio formulata dal Gruppo di esperti indipendenti convocato dalla Fondazione Stop Ecocide nel 2021, è stata trasmessa alle Commissioni Giustizia, Ambiente e Risorse naturali per la consultazione.

La proposta sottolinea, tra l'altro, che è fondamentale che il Paese riconosca il concetto di ecocidio affinché "i responsabili di atti criminali contro la biodiversità possano essere giudicati ed evitare che rimangano impuniti" e ritiene che non ci saranno risultati efficaci se non attraverso il sistema giuridico federale. 

Tra i problemi ambientali più gravi che affliggono l'ambiente messicano, evidenziati nella proposta, vi sono l'inquinamento, la deforestazione, la gestione dei rifiuti, il riscaldamento globale e il fracking.

Su questa base, la deputata Barrón Perales ha sostenuto che "la distruzione dell'ambiente ha causato ripercussioni deplorevoli in tutti gli ecosistemi e la biodiversità è stata seriamente compromessa, tanto che alcune specie si sono estinte e altre sono in pericolo di estinzione". Ha poi aggiunto che "alcuni Stati o città hanno un grave inquinamento atmosferico [...] C'è anche un grave inquinamento dell'acqua nei fiumi, nei mari e nei laghi, e [...] La salute umana è stata colpita da problemi ambientali che hanno causato malattie respiratorie, gastriche e dermatologiche, oltre a gravi disturbi ai reni, allo stomaco e al cancro".

Il deputato ha concluso con queste parole: "Smettiamo di ignorare la distruzione dell'ambiente. È tempo di reagire e di segnalare queste mancanze nella nostra legislazione, in modo che [questi atti dannosi] siano puniti con la gravità che meritano. Non lasciamo che continuino a rimanere impuniti".

Rodrigo Lledó, direttore di Stop Ecocide Americas e membro del gruppo di esperti indipendenti per la definizione giuridica di ecocidio, ha dichiarato:

"Questa iniziativa segue quella presentata in Brasile lo scorso giugno. Iniziative simili sono in preparazione in Argentina, Cile e altri Paesi dell'America Latina. Per proteggere adeguatamente l'ambiente, è necessario che l'ecocidio diventi un crimine non solo a livello internazionale ma anche nella legislazione nazionale".

Jojo Mehtacofondatore e direttore esecutivo di Stop Ecocide International, ha dichiarato, 

"Questa è una notizia entusiasmante che arriva dal Messico. Negli ultimi mesi sono state presentate proposte di legge sull'ecocidio in varie fasi nell'UE, in Brasile, nei Paesi Bassi, in Scozia, in Spagna (Catalunya) e in Belgio (dove il governo è ora in attesa dell'approvazione parlamentare). I leader di tutto il mondo stanno chiaramente iniziando a svegliarsi di fronte ai pericoli reali che corriamo e si sta delineando una forte direzione di marcia a livello legislativo.

È solo una questione di tempo prima che una protezione legale applicabile contro danni ambientali gravi e diffusi o a lungo termine sia accettata come un passo necessario verso un mondo più sicuro... da una massa critica di Stati nazionali, a livello regionale e persino dalla Corte penale internazionale".

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