La storica politica dell'ICC pone il danno ecologico al centro del diritto penale internazionale
Sintesi:
Con una mossa storica per la Corte penale internazionale, l'Ufficio del Procuratore (OTP) ha pubblicato una politica completa dedicata interamente al danno ambientale, segnalando un netto cambiamento nel modo in cui la giustizia internazionale affronterà il danno ecologico.
Fondamentalmente, la politica definisce in dettaglio come un grave danno ambientale possa essere alla base di alcuni crimini già di competenza della CPI, tra cui genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e aggressione (pp. 14-24). Questa analisi sistematica è nuova e crea un percorso giuridico chiaro per affrontare vari tipi di distruzione ecologica su larga scala nell'ambito del diritto penale internazionale esistente.
Rafforza inoltre le basi più ampie su cui continuare a costruire un reato specifico di ecocidio e fornisce agli Stati una comprensione più esplicita di come la devastazione ambientale possa già costituire o derivare da crimini internazionali esistenti.
La"Politica per affrontare i danni ambientali attraverso lo Statuto di Roma" è il risultato di un'ampia consultazione svoltasi in due tornate formali (16 febbraio-16 marzo 2024 e 18 dicembre 2024-21 febbraio 2025) e introduce, per la prima volta, un quadro operativo sistematico per riconoscere, indagare e perseguire i danni ambientali nell'ambito dei crimini esistenti della Corte penale internazionale.
È importante sottolineare che il documento programmatico definisce anche il modo in cui l'Ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale adotterà un approccio complementare e collaborativo nel sostenere tutti i governi nell'affrontare i danni ambientali attraverso le proprie leggi penali.
Temi politici chiave
L'ambiente naturale come fondamento: riconoscimento del fatto che il grave degrado ambientale minaccia la sopravvivenza umana e danneggia in modo sproporzionato i gruppi emarginati (pp. 3-4).
Danni ambientali insiti nei crimini previsti dallo Statuto di Roma: chiarimento su come il genocidio, la persecuzione, l'inedia, il trasferimento forzato, i crimini di guerra e l'aggressione possano essere commessi mediante o causare danni ambientali (pp. 14-24).
Un approccio moderno basato su principi: adozione di quadri intersezionali, interdisciplinari e intergenerazionali per valutare i danni ambientali con competenze scientifiche e in materia di diritti umani (pp. 25-27).
Responsabili delle decisioni aziendali interessati: sottolinea che sono i singoli individui di alto livello, e non le società, a poter essere ritenuti responsabili qualora le loro decisioni causino gravi danni ambientali (pag. 13).
Complementarità come catalizzatore: impegno a sostenere e incoraggiare i procedimenti penali nazionali per i reati ambientali, rafforzando l'allineamento internazionale-nazionale (pp. 26-27).
Jojo Mehta, amministratore delegato e cofondatore di Stop Ecocide International, ha dichiarato:
“Questa politica dell'Ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale rappresenta uno sviluppo significativo e positivo. Essa chiarisce che la distruzione ambientale non è un aspetto secondario dei crimini atroci, ma è sempre più centrale nel modo in cui questi crimini vengono commessi e vissuti.
Definendo in che misura i danni ecologici gravi possano già essere perseguiti in contesti specifici nell'ambito del mandato esistente della Corte, l'Ufficio inizia a colmare le lacune di lunga data in materia di responsabilità e rafforza il più ampio percorso giuridico verso il riconoscimento dell'ecocidio come reato autonomo.
Questo documento programmatico riflette un sistema giudiziario internazionale che sta iniziando a confrontarsi seriamente con la realtà ecologica. L'importanza di stabilire questo collegamento non può essere sottovalutata. Si tratta di un passo assolutamente essenziale nel passaggio verso una prevenzione significativa e una deterrenza credibile, in altre parole, verso un mondo più sicuro.
È possibile leggere il testo completo della Politica dell'Ufficio del Procuratore in materia di danni ambientali ai sensi dello Statuto di Roma qui.