La Navarra vota sull'ecocidio: Regione spagnola a favore di un nuovo crimine internazionale
Giovedì 28 aprile il Parlamento Forale della Navarra ha deliberato di:
"(...) studiare una politica di promozione della modifica dello Statuto di Roma, in accordo con gli altri partner europei, come modo per includere il riconoscimento dell'ecocidio come crimine internazionale, nonché valutare l'attuazione di riforme procedurali e penali coerenti con questo obiettivo nel nostro diritto interno".
La mozione è stata proposta da Ainhoa Aznárez Igarza, membro del gruppo parlamentare Foral Podemos-Ahal Dugu, ed è passata con un solo piccolo emendamento.
La relazione di accompagnamento cita la Conferenza di Stoccolma del 1972, il Protocollo di Montreal del 1987, la Commissione Brundtland del 1987, la Conferenza di Rio del 1992, il Protocollo di Kyoto del 1997 e la Direttiva europea 2008/99/CE (sulla protezione dell'ambiente attraverso il diritto penale) come esempi della crescente preoccupazione globale in termini di diritto ambientale internazionale e della necessità di proteggere l'ambiente.
Inoltre, sottolinea che questo tipo di reati, nonostante siano descritti e soggetti a pene sempre più dissuasive, hanno un alto tasso di impunità e le loro indagini e azioni giudiziarie sono molto complesse. Pertanto, la mozione afferma che: "È necessaria una nuova tecnica di costruzione dei reati contro l'ambiente che garantisca realmente la tutela del soggetto protetto e la punizione di chi lo danneggia, sia intenzionalmente che per negligenza".
L'iniziativa è pienamente in linea con la campagna Stop Ecocide, che mira a far riconoscere l'ecocidio come quinto crimine contro la pace e la sicurezza mondiale sotto la giurisdizione della Corte penale internazionale, accanto a genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
La mozione riprende anche la definizione legale di ecocidio fornita dal gruppo di esperti indipendenti convocato dalla Stop Ecocide Foundation, secondo cui l'ecocidio è "un atto illegale o sconsiderato commesso con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che tali atti causino un danno grave e diffuso o a lungo termine all'ambiente".